A giugno la Banca nazionale svizzera ha abbassato di 0,25 punti percentuali il tasso di riferimento BNS, portandolo allo 0,0%. Dopo complessivamente sei tagli di 1,75 punti percentuali, il tasso di riferimento è ora allo 0,0% e quindi alla soglia della zona negativa. Fino a una durata di 10 anni i rendimenti degli swap in CHF salgono leggermente allo 0,5% circa.
Per la prima volta in oltre quattro anni, a maggio il rincaro svizzero è scivolato nuovamente in territorio negativo, attestandosi a -0,1%. Particolarmente basso è il rincaro dei beni importati, pari a -2,4%, mentre l’inflazione per i beni nazionali è scesa leggermente. I principali fattori trainanti di questo sviluppo sono la forza del franco svizzero, che rende le importazioni meno costose attenuando così la pressione inflazionistica, e il forte calo dei prezzi del petrolio in aprile. La crescita economica in Svizzera dovrebbe svilupparsi moderatamente nel secondo semestre. Pesano le persistenti incertezze sulla politica commerciale statunitense; i dazi e le possibili contromisure possono frenare sensibilmente la congiuntura. A ciò si aggiungono le tensioni geopolitiche che offuscano ulteriormente il sentiment. In queste condizioni prevediamo che il tasso di riferimento BNS rimanga invariato allo 0,0%. Il presidente della BNS Martin Schlegel ha recentemente richiamato l’attenzione sugli effetti collaterali dei tassi negativi, sottolineando che l’ostacolo per un ulteriore passo in territorio negativo è molto più alto rispetto a un adeguamento in territorio positivo.
A giugno anche la Banca centrale europea (BCE) ha abbassato il tasso guida di 0,25 punti percentuali per l’ottava volta consecutiva. Il tasso sui depositi è quindi del 2,0%. Tuttavia, la presidente della BCE Christine Lagarde ha segnalato che la fine del ciclo potrebbe avvicinarsi, poiché l’inflazione complessiva, pari all’1,9%, è già vicina al valore target e anche il core rate è solo leggermente più alto. Ciononostante, alcuni membri del consiglio auspicano ulteriori allentamenti, pertanto resta probabile un ulteriore taglio nel secondo semestre.
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